Betelgeuse l’abbiamo vista tutti, magari senza sapere come si chiama. E’ la stella indicata dalla freccia qui sopra, la “spalla” della costellazione di Orione, il cacciatore, costellazione tipica invernale dalle nostre parti. E’ una supergigante rossa , molto avanti nell’evoluzione, ed è la decima stella più brillante, apparentemente, fra quelle visibili ad occhio. Senz'altro adocchiata quindi prima o poi in qualche notte invernale.
Come vedete dalla foto qui sopra Betelgeuse ha un aspetto parecchio più complicato di quello che si vede ad occhio nudo. Gli astronomi Europei, con uno dei 4 telescopi VLT, Very Large Telescope, in Cile fra i maggiori del mondo, sono riusciti a mettere in evidenza una nebulosa complessa e luminosa intorno alla stella, utilizzando un nuovissimo strumento di ripresa, allo stato dell'arte. (nel cerchio al centro la stella come appare nella luce visibile senza il nuovo strumento, è in scala)
L'immagine mostra la nebulosa circostante la stella, che è molto, molto più grande rispetto alla stessa supergigante, dato che si estende per 60.000.000.000 chilometri di distanza dalla sua superficie, circa 400 volte la distanza della Terra dal Sole.
La nebulosa, che è stata formata dall'espulsione continua di gas da parte della stella centrale attualmente nelle fasi che precedono la sua "estinzione" non può essere visto nella luce visibile, ed infatti lo strumento guarda nel vicino infrarossa la questione molto interessante è che
Il materiale visibile nella nuova immagine è probabilmente fatto di polvere di silicati, ossia uno di quelli che maggiormente sono presenti nelle crosta della Terra e altri pianeti rocciosi.
Questo avvalorerebbe l'ipotesi della formazione del Sole e dei pianeti del Sistema solare da una nebulosa formatasi precedentemente per la fine di una stella come Betelgeuse. Morte e resurrezione insomma.
Ed ecco un filmato,che ci fa capire come, dalla stella che vediamo in cielo, si arriva all'immagine che ha appena rilasciato l'Osservatorio Europeo, ESO.
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