Nel post precedente abbiamo visto, in un paio di minuti, quali siano i rapporti fra le dimensioni degli oggetti celesti: i pianeti, molto differenti anche fra loro, le stelle, con dimensioni che variano ancor di più e poi idem per i miliardi di stelle che stanno nei miliardi di galassie che pensiamo, sulla base di osservazioni e con l’aiuto di un po’ di statistica, che popolino l’Universo.
Mmmmmmmmmmmmmmmm, non vorrei però, che ci fossimo fatti l’idea che l’Universo sia “pieno” di materia", sotto forma appunto di pianeti, stelle etc.
A questo ci aiuta disgraziatamente anche qualche libro di scuola che porta immagini come queste, in cui i Pianeti sono di dimensioni comparabili alle distanze dal Sole.
Ci facciamo, senza volerlo, l’idea che il Sistema solare sia “pieno” grazie a queste rappresentazioni. Invece la questione è piuttosto diversa e chi ha seguito anche i soli primi minuti della conferenza 1000+1 pianeti, che trovate qui pochi post più indietro, sa che invece è il contrario. Anche solo rimanendo nel nostro Sistema solare troviamo che le distanze sono enormi rispetto alle dimensioni dei pianeti stessi. Ad esempio la Terra ha un diametro di 13.000 km circa, 100 volte meno del Sole, e sta a 150 milioni di chilometri dalla nostra stella madre…
Ecco qui sotto un’immagine decisamente brutta ma molto, molto interessante. È un mosaico di immagini dei pianeti del nostro Sistema solare, compresa la nostra Terra, presi dalla sonda Messenger, oggi come oggi dalle parti di Mercurio, il più vicino al Sole dei pianeti. Nonostante si tratti di una proiezione in cielo, ovviamente, si vede bene, con un po’ di pazienza, quanto “piccoli” siano i pianeti rispetto alle distanze che li separano, tanto che è difficilissimo distinguerli.
Con con il post di ieri, siamo in grado di capire come l’universo sia più “vuoto” che “pieno” di materi, dato che le dimensioni degli oggetti celesti sono incomparabilmente più piccole delle distanze che li separano.
Questo simpatico filmato della tv canadese ci rafforza ulteriormente l’idea corretta sulle distanze nel Cosmo che ci stiamo facendo.
Infine, per chi non lo avesse mai visto, un po’ di “science vintage” : il classico “Potenze di dieci” degli anni ’60, che segnò una svolta nella divulgazione della scienza, si va prima verso i confini dell’Universo (c’è un errore su questo valore se riuscite a trovarlo) e poi di nuovo dentro l’atomo.
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